Chi l’avrebbe mai detto, ovviamente godiamo di tutte le comodità, ci piace la nostra casa e amiamo le nostre cose quasi tutte legate alla nostra storia personale. Non ci siamo isolati dalla realtà però; ospitiamo i preziosi amici wwoofer che vengono da tutto il mondo, qualche camminatore che passa dalla Via degli Dei o dall’Alta Via dei Parchi, qualche turista naturalista italiano o straniero.

Stiamo migliorando l’inglese, parliamo francese e abbiamo imparato a tirare la sfoglia a mano per fare delle tagliatelle favolose con le nostre uova.

La nostra si chiama “ospitalità rurale famigliare “ed è regolata da una legge regionale. I nostri ospiti vivono con noi, nella nostra casa e condividono i nostri spazi, mangiano con noi, in cucina e partecipano ai lavori se ne hanno voglia. L’esatto contrario dell’ospitalità in agriturismo che tiene separate le due anime della campagna: il lavoro e l’ospitalità.

Abbiamo due cani e tre gatti che girellano per casa, le galline ovaiole, i capponi e le oche sono liberi nell’aia; c’è anche un asinello prepotente e rumoroso che si annoia.

 Pur rispettando gli animali profondamente non siamo vegetariani né vegani. Mangiamo sempre meno carne e trasformare i nostri animali in cibo ci costa sempre molto.

 Accettiamo però la natura in tutti i suoi aspetti compresi quelli non benigni. Questa è la condizione umana più difficile per noi ed è stato l’esercizio di adattamento che più ci è costato in questo cambio di stile di vita.

Abbiamo il nostro miele e stiamo imparando a produrre il polline e la pappa reale, Facciamo la nostra propoli ed ho rinunciato a fare il veleno d’api per la cosmesi per la troppa crudeltà con la quale lo si estrae.

Con le erbe prodotte da noi e raccolte spontanee miscelo profumate tisane consolatrici e faccio mix aromatici per la cucina. Altrettanto con il miele per accompagnare i formaggi.

Raccogliamo piante spontanee e coltiviamo qualcosa, ancora non a livello specialistico e utilizziamo il tutto, insieme ai doni delle api, per fare i nostri rimedi naturali e un po’ di cosmetici. Stiamo strutturando il laboratorio.

La legna e il bosco sono per noi fonte di vita e di lavoro. Per riscaldarci d’inverno, per programmare il taglio e la maturazione del bosco ceduo , per accatastare, spostare, portare nella legnaia la legna  spendiamo la maggior parte delle nostre risorse fisiche. E ci piace.

 In casa poi, l’odore di legna, la cenere che vola dappertutto e il colore del fuoco richiedono ancora attenzione e impegno. Ma il camino, aperto, senza vetri, più un focolare che un moderno camino, è la nostra intimità nelle serate fredde e umide delle mezze stagioni. Una grande termocucina e una stufa a pellet con relativo impianto di accumulo d’acqua e di pompaggio sono la nostra garanzia di calore per i termosifoni distribuiti nei tre piani della casa.